Franco La Cecla Antropologo Italia
Anna Castelli Historiador del arte Italia
Scambiarsi le arti
Anna Castelli, Franco La Cecla
Negli ultimi decenni l’incontro tra arte e antropologia è diventato sempre più intenso e i due campi si sono ritrovati a condividere metodi e pratiche. L’antropologia ha interrogato l’arte rispetto alle forze creative presenti in culture diverse dalla nostra e l’arte è rimasta impigliata nel metodo di ricerca, spesso si è trasformata nella ricerca stessa come forma d’arte. Questo incontro, lontano dall’essere solo una curiosità reciproca, ha contribuito a rivoluzionare pratiche che sembravano scontate: il museo anzitutto – messo in discussione radicalmente come un’eccezione occidentale – le collezioni, le classificazioni, il ruolo del pubblico. Una storica dell’arte e un antropologo ci raccontano questo sconvolgimento come una storia ricca di personaggi – artisti diventati antropologi e antropologi che si sono fatti artisti – oggetti, aneddoti, biografie, testi, dando vita a un saggio corale dove arte e antropologia scoprono di essere mosse dalla stessa urgenza.
Franco La Cecla
Antropologo e architetto, Franco La Cecia, ha insegnato antropologia culturale alle Università di Venezia, Verona e Palermo. Attualmente insegna Antropologia dei media alla Naba di Milano.
Ha tenuto corsi di Antropologia e Architettura all’Università di Berkeley, all’Ehess di Parigi, all’Upc di Barcellona. Il suo documentario In altro mare ha vinto il San Francisco Film Festival nel 2011.
Amico e allievo di Ivan Illich, ha scritto una prefazione a una serie di conversazioni con il grande maestro pubblicate in Italia da Elèuthera.
Autore particolarmente curioso e attento alle problematiche della vita e della società contemporanea, ha scritto saggi di successo quali Perdersi. L’uomo senza ambiente, Lasciami. Ignoranza dei congedi, Non è cosa. Vita affettiva degli oggetti, La moda rende felici (per mezz’ora almeno), Contro l’architettura, edito da Bollati Boringhieri nel 2004, Il malinteso. Antropologia dell’incontro (Laterza, 2009).
Tra le sue pubblicazioni recenti: Ivan Illich e la sua eredità (2013); Contro l’urbanistica (2015); Elogio dell’Occidente (2016). Per Meltemi ha pubblicato Jet-lag. Antropologia e altri disturbi da viaggio (2017) e Invertire la rotta! (con Serge Latouche, 2017).
Descrizione
«Se vi imbatteste in una tribù ignota, di cui non conoscete affatto la lingua e se voleste sapere quali parole corrispondono a «buono, bello», ecco, che cosa guardereste? Guardereste i sorrisi, i gesti, il cibo, i giocattoli» – Ludwig Wittgenstein
Negli ultimi decenni l’incontro tra arte e antropologia è diventato sempre più intenso e i due campi si sono ritrovati a condividere metodi e pratiche. L’antropologia ha interrogato l’arte rispetto alle forze creative presenti in culture diverse dalla nostra e l’arte è rimasta impigliata nel metodo di ricerca, spesso si è trasformata nella ricerca stessa come forma d’arte. Questo incontro, lontano dall’essere solo una curiosità reciproca, ha contribuito a rivoluzionare pratiche che sembravano scontate: il museo anzitutto – messo in discussione radicalmente come un’eccezione occidentale – le collezioni, le classificazioni, il ruolo del pubblico. Una storica dell’arte e un antropologo ci raccontano questo sconvolgimento come una storia ricca di personaggi – artisti diventati antropologi e antropologi che si sono fatti artisti – oggetti, aneddoti, biografie, testi, dando vita a un saggio corale dove arte e antropologia scoprono di essere mosse dalla stessa urgenza.